
L’arredamento sostenibile è solo una piccola parte dell’ampio discorso sulla sostenibilità a 360°
Il mondo sta virando sempre più verso il green: ogni settore è alla ricerca di nuovi materiali e tecniche che permettano di ridurre o azzerare l’impatto ambientale delle lavorazioni. L’arredo è uno di questi.
Quando si parla di arredamento sostenibile è molto facile incappare nell’errore di fermarsi ad un’etichetta con la dicitura “eco” e ritenersi già degli eroi ambientali: la questione è molto più complessa di quanto tu possa immaginare.
In questo articolo avrai una panoramica dei fondamenti di questa scuola di pensiero ottenendo una maggiore consapevolezza di cosa stai acquistando.
L’arredamento sostenibile ed il fenomeno del greenwashing
Quella che al primo impatto può apparire come una semplice tendenza, è in realtà una vera e propria filosofia che sta lentamente cambiando il modo di fare design.
L’arredamento è stato fortemente coinvolto nella rivoluzione green e l’arredo sostenibile è diventato una priorità per diverse aziende.
Nel concreto, si tratta di un radicale cambio di mentalità che coinvolge l’intera filiera e permette di rendere più rispettoso per l’ambiente ogni singolo passaggio nella produzione di un complemento d’arredo.
Sono numerosi i brand che sfruttano il termine “sostenibile” per incrementare le vendite puntando ad un pubblico sempre più esigente, ma raramente informato, per quanto riguarda la vera sostenibilità.
Questo processo di puro marketing viene definito “greenwashing”: con questo termine si intende una strategia mirata a fare leva su temi ambientalisti senza adoperarsi realmente.
Saper riconoscere il greenwashing ti permetterà di individuare rapidamente un prodotto ecologico: ti basterà tenere bene a mente alcuni importanti concetti, scopri quali nel prossimo paragrafo.

Su cosa si basa l’arredamento sostenibile?
Non tutte le aziende sono in grado di dare luogo ad una vera rivoluzione green, questo perché la sostenibilità a 360° prevede ingenti cambiamenti in ogni area, lo stesso discorso vale anche per il designer, il cui ruolo comporta nuove responsabilità.
La progettazione di un complemento d’arredo segue una logica che va ben oltre il semplice disegno su carta: il designer ha il compito di studiare tutti gli elementi base di un oggetto, i cicli di lavorazione da adottare e lo smaltimento.
Un vero regista che seguirà ogni fase della produzione assicurandosi che non ci siano sprechi ed intervenire attivamente in presenza di una criticità. Il lavoro del designer non è compartimentato, anzi è pienamente integrato con l’intera filiera grazie ad una conoscenza a 360° basata sul continuo di studio su nuove tecniche e materiali.
Dunque, l’arredo per dichiararsi sostenibile deve agire su:
- Materiali: le materie naturali sono certamente da preferire ma anche queste devono soddisfare alcuni importanti requisiti. Il legno, per esempio, è un elemento biodegradabile e la sua lavorazione non richiede un grande dispendio energetico rispetto a materiali come l’alluminio o l’acciaio. La plastica costituisce uno dei grandi “mali” dell’umanità, ma la sua enorme presenza può essere sfruttata tramite tecniche innovative di riciclo;
- Lavorazione: oltre allo spreco di risorse, come avviene per i metalli, le tecniche di lavorazione devono avere un basso impatto ambientale. Questo risultato può essere ottenuto riutilizzando gli scarti. Anche il fattore umano rientra nel concetto di sostenibilità e le aziende devono attivarsi per offrire ai loro dipendenti le migliori condizioni ai loro dipendenti garantendo salari dignitosi e ambienti di lavoro confortevoli;
- Trasporto: passaggio delicatissimo, il trasporto non coinvolge il solo prodotto ma ogni suo elemento. La scelta di un’unica materia prima anziché più componenti riduce nettamente la quantità di emissioni nocive connesse al prodotto stesso. Inoltre, ridurre il volume del packaging permette di trasportare contemporaneamente più articoli tagliando notevolmente il numero di viaggi effettuati;
- Ciclo vitale: ogni prodotto deve durare nel tempo garantendo un ciclo vitale di lunga durata. Questo può avvenire sfruttando materiali resistenti abbinati ad una progettazione mirata alla longevità. Inoltre, è fondamentale assicurarsi che l’eventuale smaltimento dell’articolo possa prevederne, totalmente o parzialmente, il riutilizzo.
Questa filosofia è stata sposata da numerosi designer di fama mondiale e diverse città si adoperano nell’installazione di arredo urbano sostenibile sostituendo panchine e altri complementi a disposizione della comunità.
Questa scelta contribuisce a lanciare un messaggio positivo con l’intento di incentivare l’utilizzo di articoli sempre più green anche nelle abitazioni private.
Prima di scegliere il tuo nuovo divano o la tua prossima credenza, dovrai assicurarti che soddisfi i principi dell’arredamento sostenibile. Come? Scoprilo nel prossimo paragrafo.
Arredo di casa sostenibile: attento alle certificazioni
Sulle etichette si fa un utilizzo davvero scellerato del termine sostenibilità e tutti i suoi sinonimi ma la realtà è ben diversa: l’unico strumento di cui potrai avvalerti per determinare il vero impatto dell’articolo che stai acquistando sono le certificazioni ambientali.
Tra le più diffuse ti segnalo:
- FSC: Si tratta di una certificazione internazionale che assume il nome dell’ONG che si occupa di preservare le foreste di tutto il mondo. La certificazione rilasciata dal Forest Stewardship Council chiarisce che i prodotti, legnosi e non, derivano da foreste gestite in maniera corretta e sostenibile oltre ad essere tracciabili in ogni loro fase. I principi che portano all’assegnazione dell’etichetta FSC sono due: gestione forestale e catena di custodia. La prima è carico dei gestori del verde, il cui compito è assicurarsi che le piantagioni siano gestite secondo precisi standard ambientali, sociali ed economici. La seconda coinvolge l’intera filiera ed è necessaria per garantire la piena tracciabilità di un prodotto e restituire all’utente finale informazioni chiare sulla provenienza del legno;
- PEFC: Rilasciata dal Programme for Endorsement of Forest Certification schemes, questa certificazione riguarda ancora una volta i prodotti di natura legnosa e si basa su principi simili alla FSC. Anche in questo caso troviamo la certificazione di gestione forestale e quella della catena di custodia. Qui le regole sono più stringenti e ogni fase della catena di approvvigionamento è soggetta ad un intenso audit da parte di organi indipendenti che certificano l’assenza di fonti non sostenibili durante la lavorazione. Nata con l’obiettivo di preservare le foreste per le successive generazioni, la PEFC contribuisce ad impedire che i terreni forestali siano utilizzati per scopi differenti dall’agricoltura. Inoltre, i prodotti PEFC provengono da piantagioni in cui viene preservata la naturale biodiversità;
La filosofia di RAMUShome si basa su un forte impegno a sostegno della natura attraverso un processo completamente sostenibile. La sedia DOiDO nasce da un lungo studio su materiali e tecniche rispettosi dell’ambiente ed è il più chiaro esempio della nostra mission.